Dazi, guerra commerciale e mercati instabili: cosa sta succedendo?
21Pounds
3/4/20252 min leggere
Negli ultimi giorni, i mercati finanziari hanno mostrato segni di incertezza a causa di nuove tensioni commerciali e politiche. Gli Stati Uniti hanno introdotto dazi del 25% su Canada e Messico, oltre a raddoppiare le tariffe sui prodotti cinesi al 20%. Inoltre, il presidente Donald Trump ha annunciato nuovi dazi reciproci a partire dal 2 Aprile, che colpiranno anche i prodotti agricoli europei. Questi sviluppi hanno aumentato la preoccupazione degli investitori, rendendoli più prudenti nell’esporsi a rischi.
Anche la situazione geopolitica resta sotto i riflettori: gli Stati Uniti hanno sospeso gli aiuti militari all'Ucraina, mentre in Europa la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha presentato un piano di rafforzamento della difesa, stimando una spesa di circa 800 miliardi di euro. Nel frattempo, la Banca Centrale Europea (BCE) si prepara a un possibile taglio dei tassi d’interesse nella riunione di giovedì.
Di fronte a questo scenario, i mercati azionari europei hanno subito cali. L’indice italiano FTSE MIB ha perso il 2,83%, tornando ai livelli di dicembre 2007. Anche negli Stati Uniti, diversi titoli sono scesi: General Motors (-2,44%) e Ford (-3,30%) hanno sofferto per le tensioni commerciali, mentre Tesla (-8,37%) ha risentito del fatto che una parte significativa (circa il 15%) delle componenti delle sue Model Y proviene da Messico e Canada. Il settore tecnologico ha subito vendite pesanti, con Nvidia in calo del 7,63%. In controtendenza, Walgreens Boots Alliance è salita del 4,35% grazie alle voci di un’acquisizione da 10 miliardi di dollari.
A Piazza Affari, Leonardo ha chiuso in ribasso (-1,67%), nonostante le indiscrezioni su un possibile sostegno del governo per l’acquisizione delle attività militari di Iveco Group (-5,79%). Il settore bancario ha visto cali significativi, con Unicredit (-4,26%), Banco BPM (-3,54%) e Bper Banca (-4,21%). Stellantis ha perso l’8,50% a causa dei dazi e del calo delle immatricolazioni in Italia, Francia e Spagna.
Nel mercato delle materie prime, l’oro è tornato sopra i 2.900 dollari, con gli investitori che cercano beni rifugio per proteggersi dall’incertezza economica. Il petrolio, invece, è in calo dopo l’annuncio dell’OPEC di un aumento della produzione ad Aprile.
Sul fronte valutario, l’euro è rimasto stabile rispetto al dollaro (1,054), mentre il Bitcoin ha subito un brusco calo, scendendo sotto gli 80.000 dollari dopo il forte rialzo della scorsa settimana legato all’annuncio di Trump sulla creazione di una riserva strategica nazionale in criptovalute.
Guardando al mercato azionario, gli utili delle aziende rimangono solidi. Le società dell’S&P 500 segnano una crescita del 5,50% nel fatturato e del 13,50% nei profitti rispetto al 2023. Ma la politica sta iniziando a influenzare le aziende, il numero di società che segnalano un peggioramento delle prospettive piuttosto che un miglioramento è elevato. Questo livello di pessimismo non si vedeva da otto anni, nemmeno durante la pandemia del 2020.
Nonostante i mercati stiano oscillando senza grandi variazioni, alcuni si chiedono se questa stabilità sia il preludio a una correzione più marcata o se possa rappresentare una nuova normalità. In ogni caso, la strategia consigliata rimane quella di mantenere portafogli diversificati e di valutare con attenzione eventuali prese di profitto, soprattutto per liberare risorse da sfruttare in potenziali momenti di debolezza futuri.
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